Non è questa la legge che il PD avrebbe voluto, ma ora dobbiamo restare uniti e non possiamo fallire

Stiamo vivendo ore decisive e complesse. La riforma della legge elettorale, uno dei tre punti del pacchetto che contiene anche le riforme costituzionali, come il superamento del bicameralismo perfetto, è punto cruciale per consentire al Paese un nuovo passo e un nuovo respiro.

Il rischio che salti il tavolo è grande. Drammatiche sarebbero le conseguenze, non solo per il PD, ma per il Paese, che si troverebbe ad andare alle urne con la legge che ci ha consegnato la Corte Costituzionale, una legge peggiore del Porcellum, che ci ha riportato indietro di più di vent’anni, alla Prima Repubblica.

Una legge che priverà i cittadini del diritto di scegliersi il Governo, e che li farà vivere avvolti nella melassa delle grandi intese, come regola e non come eccezione.

Una legge incapace di rimuovere gli ostacoli che da troppo tempo attendono un reale superamento, per permettere all’Italia di cambiare. Il cosiddetto “Italicum”, frutto di un’intesa tra Renzi e Berlusconi, non è la legge che il Partito Democratico avrebbe voluto.

La carenza più grave resta quella relativa alla scelta del candidato da eleggere, che solo in parte sarà ovviata dalle Primarie annunciate da Renzi.

Ma la situazione politica e sociale ci impone di non fallire.

L’opinione pubblica non potrebbe comprendere. Si nutrirebbe il peggio di ciò che alberga nella società: il populismo, il disprezzo, lo scetticismo.

Sono dunque ore decisive e difficili.

Difficili, come lo sono le scelte che ci appartengono, ma non sono del tutto e appieno in sintonia, con il nostro modo e con il nostro ideale politico. Eppure necessarie.

E’ urgente che il cambiamento avvenga e che le forze del centrosinistra siedano al tavolo delle trattative e non si sottraggano al dovere di lottare per portare tutti i miglioramenti possibili.

Toccherà a noi difendere i valori nei quali crediamo, cercando di disegnare un Paese che corrisponda alle vere esigenze dei suoi cittadini: lavoro, casa, sanità, scuola e diritti. E su questi valori, noi e la destra siamo lontani e diversi. Su questi punti dovremo presentare ai nostri elettori e agli italiani le nostre proposte, diverse da quelle di questa destra che ha molto parlato in questi anni e che non ha risolto niente. Ma solo dopo che avremo dato ai cittadini la possibilità di tornare a votare con una legge elettorale riformata e che garantisca governabilità al Paese.

Se davvero le Primarie divenissero prassi di legge, come io stessa, assieme ad altri, ho proposto, se quindi fossero vere Primarie, molte delle nostre difficoltà sarebbero più superabili.

Su questo punto dirimente intendo impegnarmi, e auspico che tutto il Partito Democratico e tutte le forze del centrosinistra siano compatte.

S.Z.

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Una replica a “Non è questa la legge che il PD avrebbe voluto, ma ora dobbiamo restare uniti e non possiamo fallire”

  1. giuliced scrive:

    Le Primarie per legge devono farle tutti i Partiti che vogliono partecipare alle Elezioni! Dovrebbe essere condizione necessaria affinchè una lista, oltre a tutti gli altri obblighi, debba poter essere presentata!

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